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Ripartire dopo due anni di liquidazione non è solo una sfida industriale: nel campo delle terapie avanzate, è un atto di resilienza collettiva. È la storia di Holostem, realtà nata all’interno del Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio Emilia, pioniera nella produzione di terapie a base di cellule staminali epiteliali. Dopo un lungo periodo di incertezza e la cessione alla Fondazione ENEA Tech e Biomedical, il 2025 segna la svolta: l’azienda torna operativa con un nuovo assetto e una visione proiettata al futuro. A raccontarlo è Alessandro Padova (in foto), Amministratore Delegato e Direttore Generale, che ha guidato il rilancio di una delle eccellenze del Made in Italy nell’ingegneria biomedica.
Quando Alessandro Padova è arrivato alla guida di Holostem, l’azienda contava appena 42 dipendenti, ma con un nucleo di competenze vitali: controllo qualità, medical service, regolatorio e clinica. Da lì è iniziata la ricostruzione completa della struttura, che oggi conta 55 professionisti. “Abbiamo dovuto ricreare tutto da zero, ma il cuore dell’azienda era salvo”, racconta Padova. Il primo obiettivo è stato il ripristino degli standard GMP (Good Manufacturing Practice) e la ripresa delle autorizzazioni regolatorie. A febbraio 2024 è arrivata la Full Marketing Authorization dell’EMA per Holoclar, la prima terapia a base di cellule staminali approvata in Europa. Indicata per il trattamento di gravi ustioni oculari, Holoclar rappresenta una pietra miliare della ricerca italiana, già capace di restituire la vista a oltre 400 pazienti in Europa. Il 7 gennaio 2025 ha segnato la vera rinascita: la prima biopsia di un nuovo paziente dopo anni di fermo produttivo. “Un giovane aveva perso la vista da un occhio per un’aggressione con acido. Ad aprile abbiamo eseguito l’impianto di Holoclar e oggi ha recuperato parte della vista. È la prova concreta dell’efficacia della terapia e del valore umano del nostro lavoro”, spiega Padova.
Parallelamente alla ripartenza produttiva, Holostem ha ottenuto un importante riconoscimento dall’Unione Europea. Nel maggio 2024 il progetto “Integrated Platform for Cellular and Gene Therapy” è stato selezionato nell’ambito dell’IPCEI Salute 1, gestito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). “Essere scelti tra i pochi progetti europei approvati è stato un risultato straordinario”, commenta l’amministratore delegato. “Il nostro obiettivo è sviluppare sei nuovi prodotti di terapia avanzata per malattie rare, con un’attenzione speciale all’epidermolisi bollosa, la cosiddetta malattia dei bambini farfalla”. Il programma consentirà di rilanciare la ricerca e di collaborare con équipe mediche e chirurgiche per la produzione di lembi cutanei geneticamente corretti. Holostem sta inoltre sviluppando vettori di nuova generazione per rendere le terapie geniche più sicure ed efficienti. È una visione che unisce innovazione, qualità e responsabilità sociale: valori profondamente radicati nel Made in Italy scientifico.
Il rilancio di Holostem passa anche dal rafforzamento della rete clinica europea e nazionale. L’azienda ha riattivato la distribuzione in Belgio, Olanda, Germania, Repubblica Ceca e Regno Unito, formando nuove équipe chirurgiche. In Italia, le collaborazioni si estendono ai principali centri ospedalieri come il San Giovanni Addolorata di Roma e il San Raffaele di Milano. Un accordo strategico è stato firmato con la Banca degli Occhi del Veneto, punto di riferimento per tutto il Nord e Centro-Sud Italia. “Insieme stiamo lavorando per ampliare l’uso delle cellule staminali oculari e far conoscere Holoclar ai pazienti che possono beneficiarne”, spiega Padova. Questa collaborazione unisce ricerca, innovazione e accessibilità, creando un ecosistema in cui la scienza italiana incontra il bisogno reale dei cittadini. “È un esempio virtuoso di partenariato pubblico-privato, che incarna a pieno lo spirito del Made in Italy applicato alla biomedicina: eccellenza scientifica, manifattura di qualità e servizio al paziente”, sottolinea l’amministratore delegato.
La rinascita di Holostem è anche una sfida di visione. “Mi piace il concetto di Make in Italy”, afferma Padova. “Costruire oggi un modello produttivo d’eccellenza per poter dire, domani, che Holostem è il Made in Italy delle terapie avanzate”. L’azienda punta ora all’automazione e alla digitalizzazione dei processi, elementi chiave per garantire qualità e sostenibilità economica. “L’automazione è la via per aumentare la capacità produttiva e ridurre i costi, così da rendere accessibili le terapie a un numero sempre maggiore di pazienti”, spiega. Grazie al sostegno della Fondazione ENEA Tech e Biomedical e del MIMIT, Holostem si prepara a una nuova fase di espansione industriale e di ricerca di partner strategici. “Abbiamo un patrimonio unico di competenze, dalla ricerca alla produzione GMP fino alla collaborazione clinica. Il nostro obiettivo è crescere, consolidare Holoclar e portare nuove terapie dal laboratorio al letto del paziente”, conclude Padova.
La storia recente di Holostem è una testimonianza di competenza e determinazione. “Non ho mai visto un gruppo lavorare con una tale sinergia”, sottolinea l’amministratore delegato. “Sono persone straordinarie che hanno tenuto viva l’azienda anche nei momenti più difficili”. Con una governance rinnovata, un piano pluriennale e il sostegno pubblico, Holostem guarda al futuro con fiducia. Da Modena, cuore della medicina rigenerativa italiana, parte un messaggio forte: l’innovazione biomedica può essere un volano della nuova ricerca Made in Italy, capace di unire scienza, industria e una forte vocazione umanistica, nel senso più autentico di interesse per il genere umano.
Scritto da: Michele Ceci
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