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Nel cuore del Tecnopolo Tiburtino, a Roma, si prepara a fare il suo debutto sulla scena dell’ingegneria satellitare la Space Smart Factory, progetto italiano di eccellenza che punta a rivoluzionare la produzione di satelliti. Frutto del PNRR e del partenariato tra Thales Alenia Space, Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Leonardo e varie PMI, la fabbrica digitale sarà operativa entro la metà del 2025. Obiettivo: fabbricare decine di satelliti all’anno grazie a tecnologie 4.0, camere pulite riconfigurabili e un ecosistema integrato di imprese e centri di ricerca.
La Space Smart Factory è promossa da Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67 %) e Leonardo (33 %), in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Un raggruppamento temporaneo di imprese comprende anche Argotec, CIRA e Sitael, tutte realtà rilevanti nel settore aerospaziale italiano. Il sito designato è il Tecnopolo Tiburtino, Roma, un hub tecnologico che già ospita circa 150 imprese, prevalentemente PMI.
La fabbrica sarà interamente digitale, riconfigurabile, con un forte uso di automazione e tecnologia Industria 4.0. Verranno impiegate realtà virtuale e aumentata, Digital Twin, simulazioni industriali, robotica e sistemi di gestione digitale come Manufacturing Execution System e Manufacturing Resource Planning. Una delle caratteristiche chiave è la capacità di adeguarsi a produzioni diverse: dai microsatelliti ai piccoli satelliti (famiglie PLATiNO e Nimbus), fino a moduli satellitari più grandi per applicazioni istituzionali e commerciali nei campi di osservazione della Terra, navigazione, telecomunicazioni. Spazio dedicato sarà anche dato al Space JOINTLAB, luogo di sinergie che coinvolgerà PMI, startup, centri di ricerca, filiera industriale. Uno spazio per formazione, innovazione, sviluppo e sperimentazione.
La messa in operatività è prevista per metà 2025. L’investimento è superiore a 100 milioni di euro, tra capitale proprio di Thales Alenia Space e fondi messi a disposizione tramite il PNRR dall’Agenzia Spaziale Italiana. La fabbrica avrà una superficie totale di circa 21.000 m²: di questi, 5.000 m² saranno camere pulite riconfigurabili, 1.900 m² di uffici e aree destinate a conferenze, 1.800 m² aree tecniche a supporto. È previsto che la produzione possa arrivare a oltre 100 satelliti all’anno, che equivalgono a circa 2 satelliti a settimana della classe più piccola.
La Space Smart Factory risponde a diversi bisogni strategici per l’Italia e per l’Europa. In primis, il mercato spaziale globale richiede sempre più satelliti, specialmente piccole costellazioni in orbita bassa (LEO), per servizi come comunicazioni, navigazione, osservazione terrestre, monitoraggio ambientale. Avere capacità produttive moderne, flessibili e digitali permette di non restare indietro. Occorrerà poi rafforzare la filiera nazionale. Il coinvolgimento crescente di PMI, startup, centri di ricerca, mettere in relazione diverse aree geografiche del Paese (Piemonte, Lazio, Campania, Puglia, Toscana) aiuterà a creare competenze diffuse, occupazione qualificata e una maggiore autonomia tecnologica. In terzo luogo, la necessità di allinearsi con obiettivi europei e internazionali, sia in ambito di programmi spaziali (Galileo, Copernicus, Iride, etc.), sia per il tema della digitalizzazione, sia per quelli di sostenibilità e transizione energetica. La struttura sarà realizzata seguendo principi sostenibili e servirà anche come hub per innovazione e ricerca. L’impatto economico e sociale non è solo nel settore spaziale: maggiore competitività, spillover tecnologico, nuovo lavoro, sviluppo territoriale.
Tra le sfide principali spicca ovviamente la capacità di configurare realizzare una fabbrica “riconfigurabile” che possa cambiare rapidamente tra produzioni diverse senza perdere efficienza. Anche l’integrazione effettiva della filiera (PMI e research units dovranno necessariamente fare i conti con standard normativi e qualitativi molto alti) e la formazione di persone altamente qualificate – con competenze specifiche nella robotica, nella meccanica e più generalmente ingegneristiche – non potranno che costituire veri e propri obiettivi di lungo termine.
Superate queste sfide, le prospettive non potranno che espandersi: l’Italia potrebbe diventare hub europeo nello spazio, con capacità di produrre costellazioni per scopi civili e difesa, ma anche rafforzare la propria posizione nei consorzi spaziali europei ed esportare sempre più satelliti e altre tecnologie.
Scritto da: Michele Ceci
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