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“La space economy è e resta un settore trainante del Made in Italy, su cui sin dall’inizio abbiamo investito, realizzando anche la prima legge nazionale sullo spazio, la prima legge europea che regolamenta l’attività dei privati dello spazio e che supporta le startup e le piccole/medie imprese” ha dichiarato il Ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un punto stampa a margine della seconda edizione degli Stati Generali della Space Economy, terminati il 30 ottobre a Milano. La rassegna nazionale, organizzata dall’Intergruppo Parlamentare per la Space Economy nei “Sette palazzi celesti” di Anselm Kiefer al Pirelli Hangar Bicocca, ha riunito esponenti e delegati provenienti da mondi variegati: istituzioni, industria, università, ricerca e finanza sono state coinvolte in un dialogo serrato e fattivo su diplomazia, intelligenza artificiale e sviluppo economico.
“L’accordo fra Leonardo, Airbus e Thales segna la nascita di un , in grado di competere a livello globale con gli attori americani e asiatici e di garantire l’autonomia strategica del continente nello spazio, esempio e modello di una assertiva politica industriale” ha detto Urso, aggiungendo un impegno a “rafforzare il tessuto delle piccole e medie imprese e delle startup che animano i quindici distretti spaziali italiani: sono loro la linfa dell’innovazione, il motore della crescita e della competitività del nostro Paese nella nuova economia dello Spazio”.
“Viviamo una fase storica senza precedenti con scenari impensabili fino a pochi anni fa. Sono oltre 50 conflitti attivi nel mondo e in questo contesto anche lo spazio è ormai un dominio critico di competizione e minacce. Le infrastrutture spaziali sono la spina dorsale dei servizi essenziali, e per questo diventano obiettivi di alto valore militare – ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, in un videomessaggio -. Ma per operare nello Spazio serve una condizione: essere in grado di accedervi. Nel 2024 gli Stati Uniti hanno effettuato 158 lanci, la Cina 68, l’Europa soltanto 3: un dato che impone una profonda riflessione sulla nostra autonomia strategica. Si rende quindi necessario sviluppare sistemi rispondenti ai requisiti della Difesa e utilizzabili in ottica duale, così da proteggere il Paese e migliorare la qualità dei servizi per tutti. Space economy e Difesa sono inestricabilmente connesse: occorre sostenere l’interazione tra ricerca, industria e difesa per rafforzare la competitività e la resilienza del sistema Paese. Gli Stati Generali della Space Economy rappresentano un’opportunità significativa per fertilizzare questa dinamica, dove idee, competenze e responsabilità si incontrano per costruire un futuro più sicuro e fruibile per tutti”.
“Un’edizione, quella del 2025, che ha visto oltre 500 relatori che rappresentano tutto l’ecosistema della space economy italiana, tutti interessati per tracciare insieme la via italiana allo spazio” ha concluso, soddisfatto, il Presidente dell’Intergruppo Andrea Mascaretti. Ma “space economy” non è solo una parola: le prospettive sono estremamente positive”. “Basta guardare le stime note a livello internazionale: l’economia dello spazio è volano di crescita nazionale e internazionale. Dagli ultimi dati che abbiamo a disposizione, notevole è stata la crescita per tutti gli addetti al settore in termini di numeri e di fatturato. L’Italia è in grado di presidiare tutti i domini dello spazio, dall’osservazione della Terra, che è uno storico punto di forza, all’accesso allo spazio, alla scienza, alle telecomunicazioni, alla navigazione, grazie al nostro sistema altamente qualificato e riconosciuto. Questo impegno e questa ambizione saranno certamente riconosciuti nel corso della prossima ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA)” ha detto Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in un’intervista ad Adnkronos.
Se la presenza italiana nello spazio è insomma promettente, gli Stati Generali della Space Economy hanno confermato un approccio proattivo e in grado di coinvolgere attori istituzionali e non su tutta la linea. Una scommessa che potrebbe riservare molte sorprese positive negli anni a venire.
Scritto da: Michele Ceci
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