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Vacanze estate 2025: boom storico del turismo italiano e mete da sogno in crescita

today10.07.2025

Sfondo

Le vacanze estate 2025 si confermano come un momento di svolta per il turismo italiano. Secondo il recente Focus sulle vacanze estive degli italiani, realizzato da Confcommercio in collaborazione con SWG, saranno 30,5 milioni gli italiani che tra giugno e settembre effettueranno almeno un viaggio. Un numero in crescita rispetto al 2024, quando i partenti erano stati 29 milioni. A rendere ancora più rilevante il dato è il fatto che il 91% dei viaggiatori rimarrà in Italia, mentre solo il 9% opterà per l’estero.

Una stagione record per il turismo italiano

La spesa turistica complessiva generata da queste vacanze supererà i 35 miliardi di euro, con una spesa media pro capite stimata in 1.170 euro. Secondo Confcommercio, si tratta di una dimostrazione tangibile della «ritrovata fiducia delle famiglie italiane» e di una «forte voglia di ripartenza dopo anni difficili». Anche l’Istituto Demoskopika ha confermato il trend, stimando 65,8 milioni di arrivi complessivi in Italia durante l’estate, di cui 30,1 milioni di turisti interni e 35,7 milioni provenienti dall’estero, con una spesa totale che dovrebbe toccare i 39 miliardi di euro.

Il quadro è particolarmente positivo se si considera che il trend di crescita avviene nonostante l’aumento generalizzato dei prezzi, che riguarda voli, traghetti, pedaggi e anche i servizi balneari. Questo testimonia una domanda interna solida e resiliente, in grado di trainare l’intera filiera del turismo nazionale.

I mesi più gettonati: luglio cresce, agosto domina

L’estate 2025 segna un’evoluzione interessante nella distribuzione temporale delle partenze. Le vacanze estate 2025 non saranno concentrate unicamente nel mese di agosto, anche se quest’ultimo resta il più frequentato, con 11,2 milioni di partenze previste. A sorprendere è invece il dato relativo a luglio, che registra un incremento di 800.000 partenze per soggiorni lunghi rispetto all’anno precedente. Questo segnala un ampliamento dell’arco temporale in cui gli italiani si concedono una pausa, con benefici evidenti per la gestione dei flussi e per l’efficienza delle strutture ricettive.

Secondo i dati, ciascun italiano effettuerà in media due viaggi tra giugno e settembre, alternando vacanze lunghe, brevi o short break. Questo comporta un’ulteriore frammentazione dei comportamenti di consumo, ma anche maggiori opportunità di spesa turistica diffusa. La tendenza a spezzare le vacanze in più periodi dell’estate consente infatti di valorizzare più territori e di sostenere economie locali diversificate.

Nonostante i rincari – in particolare nei collegamenti verso le isole maggiori, dove l’Antitrust ha avviato un’indagine sui meccanismi algoritmici di formazione dei prezzi – la propensione al viaggio rimane elevata. Anche le destinazioni minori sembrano beneficiare di questo slancio, con un aumento delle prenotazioni nei borghi e nelle aree montane, meno esposte alla saturazione dei flussi turistici tradizionali.

Mare in testa, ma crescono città d’arte e borghi

Le mete preferite per le vacanze estate 2025 continuano a essere le località balneari, che attraggono il 24% dei partenti. Seguono, con percentuali comprese tra il 10% e il 12%, le città d’arte, le località montane e i piccoli borghi, che stanno vivendo una stagione di riscoperta, anche grazie alle politiche di promozione territoriale attuate da molte Regioni.

Tra le mete di soggiorno lungo si distinguono Sardegna, Puglia, Trentino-Alto Adige e Toscana, mentre per le vacanze brevi crescono Campania, Liguria, Lazio e Veneto. Questa varietà geografica dimostra come il turismo italiano stia diventando sempre più capillare e orientato alla scoperta delle identità locali. L’offerta turistica si adatta così a una domanda che cerca autenticità, esperienze culturali e contatto con la natura.

Quanto alle strutture ricettive, le scelte dei vacanzieri si distribuiscono tra hotel (21%) e bed & breakfast (17%), seguiti da seconde case o alloggi presso amici e parenti (14%). Un 13% sceglie invece l’affitto a breve termine, mentre il restante si divide tra agriturismi, campeggi, resort e villaggi vacanza. L’eterogeneità delle soluzioni abitative evidenzia un’attenzione crescente al rapporto qualità/prezzo e alla flessibilità dell’esperienza di soggiorno.

Secondo Demoskopika, la durata media della permanenza sarà stabile, ma è ancora troppo bassa rispetto ad altri Paesi europei. Il ministro del Turismo Daniela Santanchè ha sottolineato la necessità di lavorare per allungare i tempi di permanenza e innalzare la qualità complessiva dell’offerta turistica italiana.

Opportunità e nodi da risolvere

Il boom delle vacanze estate 2025 rappresenta una grande occasione per l’economia italiana, ma pone anche alcune sfide. In primo luogo, la carenza di alloggi per i lavoratori stagionali rischia di penalizzare l’operatività di molte imprese turistiche, soprattutto nelle aree ad alta densità di flussi. A segnalarlo è il vicepresidente di Confcommercio, Manfred Pinzger, che chiede «nuovi supporti per la riqualificazione dell’offerta turistica e interventi urgenti sul fronte dell’housing stagionale».

Un’altra criticità riguarda l’accessibilità economica delle vacanze. Secondo alcune stime, 8,4 milioni di italiani non partiranno durante l’estate, e per circa il 70% di loro la motivazione è esclusivamente economica. Questo dato evidenzia il rischio di una polarizzazione sociale nell’accesso al turismo. Le associazioni di categoria chiedono quindi politiche di sostegno mirate: dai bonus vacanze per le fasce fragili agli incentivi per i giovani e le famiglie numerose.

Infine, il fenomeno del caro-prezzi resta sotto osservazione. Oltre al rincaro dei trasporti, si segnalano aumenti medi del 2,3% nei servizi balneari, con località di fascia alta, come la Versilia, dove alcune strutture arrivano a chiedere anche 1.500 euro al giorno. A contrastare queste dinamiche si moltiplicano le offerte scontate e i pacchetti promozionali, soprattutto nelle piattaforme digitali.

Scritto da: Matteo Respinti

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