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Algoritmo Sonoro | Puntata del 16 luglio 2025 Synthia
today10.07.2025
La fregata Marceglia è tornata in Italia dopo sei mesi di navigazione nel cuore dell’Indo-Pacifico. A guidarla, il capitano di fregata Alberto Bartolomeo, che ha raccontato al quotidiano La Nazione la portata strategica di una campagna navale pensata per unire cooperazione militare e promozione del made in Italy. Dalla sicurezza nello stretto di Hormuz agli eventi istituzionali a bordo, la nave ha rappresentato l’Italia nei mari del mondo, combinando diplomazia, industria e difesa. «È stata un’esperienza unica – ha detto il comandante – e il made in Italy è stato il nostro vessillo».
È con emozione che il comandante Bartolomeo ha riabbracciato la famiglia alla Spezia, dopo aver portato a termine una missione durata sei mesi nelle acque dell’Indo-Pacifico. La fregata Marceglia, unità della Marina Militare italiana, è stata protagonista di un’operazione che ha combinato la presenza navale con l’impegno diplomatico. «Mi ritengo estremamente fortunato per aver potuto guidare la Marceglia in questa missione – racconta Bartolomeo –. È stata un’esperienza che porterò con me per tutta la vita, insieme a ogni singolo membro dell’equipaggio».
Il viaggio ha avuto un forte significato politico e strategico: rafforzare le relazioni con i paesi dell’area Asia-Pacifico, ma anche sostenere gli interessi economici e culturali del nostro Paese. In questo senso, la fregata Marceglia ha agito come piattaforma mobile del made in Italy, ospitando a bordo decine di eventi, incontri professionali, presentazioni industriali e ricevimenti rivolti alle autorità locali.
«La missione – spiega ancora il comandante – è stata dedicata alla promozione del Sistema Italia: industriale, culturale e tecnologico. Abbiamo dato massima visibilità al made in Italy in ogni occasione». Dalle tecnologie navali esposte ai partner asiatici, alle eccellenze alimentari servite durante i ricevimenti, ogni tappa ha raccontato l’Italia attraverso le sue competenze e i suoi prodotti.
Non è un caso che questa forma di rappresentanza venga definita naval diplomacy: la Marina Militare ha infatti un ruolo chiave nella politica estera italiana, specialmente per un Paese con una forte vocazione marittima. «Abbiamo svolto quasi quindici esercitazioni con le Marine locali – precisa Bartolomeo – e abbiamo partecipato anche all’operazione Atalanta in funzione antipirateria, sia nel Mare Arabico che nel Mar Rosso. Ogni collaborazione ha contribuito ad aumentare la credibilità e l’affidabilità della nostra presenza».
La nave Marceglia, così, si è trasformata in una vetrina galleggiante del made in Italy, dimostrando quanto la presenza militare possa diventare anche leva diplomatica e commerciale.
Uno dei momenti più delicati della missione è stato l’attraversamento dello stretto di Hormuz, tra i punti più caldi dello scenario internazionale. «Eravamo in porto a Doha – ricorda il comandante – quando si è verificato il primo attacco alle navi mercantili. La situazione è precipitata e siamo stati costretti a uscire dal Golfo Persico in tempi rapidissimi, dirigendoci verso il Golfo di Oman, nell’incertezza che Hormuz potesse chiudersi da un momento all’altro».
Questo episodio ha impresso una svolta più marcatamente operativa alla missione. La priorità della Marina Militare, secondo Bartolomeo, è stata «garantire la continuità dell’attività» nonostante le tensioni geopolitiche. Ma l’incidente ha anche evidenziato il valore strategico della presenza italiana in quelle acque. «Dopo quell’evento – spiega – la campagna ha assunto una postura più vigile, con un livello di attenzione più alto».
Il made in Italy, in questo nuovo scenario, ha assunto anche un significato di affidabilità militare e presenza geopolitica, non solo commerciale e culturale.
La campagna nel quadrante Indo-Pacifico ha confermato il ruolo crescente dell’Italia nelle relazioni euroasiatiche. «Il nostro impegno – sottolinea Bartolomeo – è stato apprezzato ovunque siamo andati, proprio perché non si è limitato alla proiezione militare. Abbiamo mostrato l’Italia come partner strategico, pronto al dialogo, alla cooperazione e allo scambio». Una proiezione integrata, dove la difesa nazionale si combina con la promozione del made in Italy, delle imprese, della cultura e delle capacità tecnologiche.
Il rientro in patria della nave Marceglia chiude così una pagina significativa della strategia marittima italiana. Un viaggio che ha fatto leva sulla forza della Marina Militare, ma anche sulla capacità del nostro Paese di presentarsi con un volto unitario e convincente nelle aree più cruciali del mondo.
Scritto da: Matteo Respinti
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