Italia Inside

Primato della politica italiana: l’intelligenza artificiale alla Camera, con DepuChat e Norma

today10.07.2025

Sfondo

L’intelligenza artificiale alla Camera dei Deputati non è più solo una suggestione futuristica: è realtà. Per la prima volta nella storia parlamentare italiana, tre piattaforme basate su IA generativa (Norma, Macchina scrittura emendamenti e DepuChat) affiancheranno deputati e funzionari nella redazione normativa e nella comunicazione istituzionale. Il progetto, avviato due anni fa, segna una svolta nell’interazione tra politica, tecnologia e cittadinanza.

Un progetto tutto italiano per portare l’IA nel cuore delle istituzioni

L’adozione dell’intelligenza artificiale alla Camera è il risultato di una sperimentazione iniziata nel 2022, promossa dal Comitato di vigilanza sull’attività documentale di Montecitorio. Coordinato dalla vicepresidente della Camera Anna Ascani (PD), il progetto ha coinvolto oltre 15 atenei e centri di ricerca italiani, tra cui il Politecnico di Milano, l’Università Roma Tre, l’Università di Firenze e il consorzio Alma Human AI.

La selezione delle soluzioni si è svolta tramite una manifestazione d’interesse pubblica, che ha raccolto 28 proposte. Le piattaforme selezionate sono state sviluppate sulla base di LLM (modelli linguistici di grandi dimensioni) già esistenti, ma adattate specificamente al contesto parlamentare italiano. Durante l’evento di presentazione, tenutosi il 9 luglio 2025, hanno preso la parola anche il filosofo Luciano Floridi e il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, sottolineando l’importanza di un uso “umano-centrico” e responsabile dell’intelligenza artificiale.

Come ha dichiarato Ascani: «Abbiamo capito che non bastava denunciare i rischi dell’intelligenza artificiale. Bisognava anche provarla, comprenderne il funzionamento per cogliere le opportunità e minimizzare i pericoli per i cittadini e la democrazia».

Norma, MSE ed Emenda, DepuChat: le nuove funzioni del Parlamento digitale

Le tre piattaforme sperimentali rappresentano le prime applicazioni concrete dell’intelligenza artificiale alla Camera, ognuna con un compito specifico e ben definito.

Norma, sviluppata dal Politecnico di Milano con l’Istituto Einaudi, è uno strumento destinato a supportare la predisposizione dei dossier legislativi. Permette di analizzare l’iter delle leggi, raccogliere emendamenti e generare sintesi con grafici e tabelle utili ai parlamentari per comprendere meglio i provvedimenti in discussione.

La Macchina scrittura emendamenti, nota anche come MSE o Emenda, è stata realizzata dal consorzio Alma Human AI, insieme ad altri atenei. Serve per aiutare i deputati a redigere testi di emendamento, coerenti con le leggi esistenti. Il sistema verifica la correttezza formale e sostanziale delle proposte, riducendo il rischio di errori o incongruenze nel linguaggio giuridico.

Infine, DepuChat è il chatbot pensato per informare i cittadini sull’attività parlamentare. Realizzato da Roma Tre e Firenze, consente agli utenti di interrogare l’IA per sapere cosa ha fatto un determinato deputato: proposte presentate, voti espressi, partecipazione alle commissioni. DepuChat si basa esclusivamente su fonti ufficiali, garantendo affidabilità e trasparenza. È il primo esempio concreto di chatbot accessibile anche agli elettori.

Le sfide dell’intelligenza artificiale alla Camera: affidabilità e trasparenza

L’introduzione dell’intelligenza artificiale alla Camera ha sollevato interrogativi su due fronti principali: affidabilità e responsabilità. I modelli LLM, per quanto avanzati, sono soggetti al rischio di “allucinazioni”, ovvero risposte errate o inventate. E in ambito normativo, anche un piccolo errore può avere conseguenze legislative gravi.

Proprio per questo la sperimentazione è ancora in corso, e gli strumenti non saranno adottati su larga scala fino a quando non verranno certificati come pienamente affidabili. «Abbiamo condotto un faticoso percorso di test che sta continuando», ha spiegato Ascani. «Rilasceremo le piattaforme solo quando la loro affidabilità sarà pressoché totale».

Inoltre, per garantire un uso etico dell’intelligenza artificiale alla Camera, è stato stabilito che nessuna delle piattaforme acceda a contenuti provenienti da social network o fonti non verificate. L’obiettivo è mantenere un uso trasparente e tracciabile, fondato su atti ufficiali, documenti istituzionali e testi legislativi certificati.

Il principio guida rimane quello del “controllo umano sul processo decisionale”: l’IA deve essere uno strumento di supporto, non un sostituto del lavoro parlamentare.

Cosa aspettarsi nel futuro: verso un ecosistema istituzionale intelligente

L’esperimento dell’intelligenza artificiale alla Camera non si fermerà a Montecitorio. Le prospettive di espansione coinvolgono già altri organi istituzionali. Alcuni ministeri, in particolare quello della Giustizia e della Pubblica Amministrazione, hanno manifestato interesse per l’adozione di strumenti simili. DepuChat, in particolare, potrebbe essere trasformato in un servizio stabile e accessibile al pubblico, per monitorare l’operato dei parlamentari in modo diretto e continuo.

La presentazione ufficiale al G7 dei Parlamenti, in programma a Verona dal 5 al 7 settembre 2025, sarà l’occasione per condividere il modello italiano con altri paesi. L’Italia si candida così a diventare un riferimento internazionale per l’utilizzo responsabile dell’IA nelle istituzioni. L’intelligenza artificiale alla Camera non sostituisce la politica, ma può renderla più trasparente, accessibile e documentata.

Scritto da: Matteo Respinti

Commenti post (0)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con *